Davide Raineri, Hugo Abreu, Beatrice Vilardo, Natasa Kustrimovic, Chiara Venegoni, Giuseppe Cappellano, and Annalisa Chiocchetti. Deep Flow Cytometry Unveils Distinct Immune Cell Subsets in Inducible T Cell Co-Stimulator Ligand (ICOSL)- and ICOS-Knockout Mice during Experimental Autoimmune Encephalomyelitis
Int J Mol Sci. 2024 Mar; 25(5): 2509. doi: doi.org/10.3390/ijms25052509
In questo articolo è stato studiato il ruolo del sistema ICOS/ICOSL nell’ encefalomielite autoimmune sperimentale (EAS) che è il modello animale della sclerosi multipla. I ricercatori hanno utilizzato dei topi deficienti per le molecole ICOS o ICOSL che svolgono un ruolo chiave nella regolazione della risposta immunitaria, per studiare il loro impatto sulla progressione dell’EAS. Entrambi i topi deficienti hanno sviluppato una malattia più grave e hanno mostrato un’ alterata risposta immunitaria nei linfociti della memoria ed in quelli regolatori rispetto ai topi normali, che possedevano entrambe le molecole. Inoltre, nei topi deficienti per ICOSL sono emerse nuove alterazioni in alcune popolazioni del sistema immunitario, suggerendo che altri molecole possono essere coinvolte nel sistema ICOS/ICOSL e cosi influenzare il decorso della malattia. Questi risultati promettenti pongono anche le basi per studiare ruolo di ICOS/ICOSL in altre malattie autoimmuni.
Stolfi F, Abreu H, Sinella R, Nembrini S, Centonze S, Landra V, Brasso C, Cappellano G, Rocca P and Chiocchetti A
Omics approaches open new horizons in major depressive disorder: from biomarkers to precision medicine.
Front. Psychiatry 15:1422939. doi: doi.org/10.3389/fpsyt.2024.1422939
Il disturbo depressivo maggiore (DDM) è un disturbo dell’umore episodico ricorrente che rappresenta la terza causa principale di disabilità a livello mondiale. Diversi fattori possono contribuire simultaneamente al suo sviluppo, complicandone cosi la diagnosi. Gli antidepressivi rappresentano il trattamento di prima linea per gli episodi depressivi maggiori da moderati a gravi. Tuttavia, non sempre i pazienti rispondono a questi farmaci e alcuni sviluppano una forma di “depressione resistente alla terapia”. Ciò è legato al fatto che esiste un ‘elevata variabilità biologica/genetica e clinica tra i pazienti. Inoltre, ad oggi non ci sono biomarcatori specifici per la diagnosi del DDM e non sono stati identificati dei bersagli terapeutici specifici, contribuendo in tal modo agli alti tassi di insuccesso delle diverse terapie. In questo contesto, la medicina di precisione o personalizzata può rappresentare un importante aiuto per il medico nell’ assegnare il trattamento più adeguato ed efficace per ogni paziente riducendone al contempo gli effetti collaterali, basandosi sullo studio delle caratteristiche (biologiche e genetiche) individuali dei pazienti e della loro interazione con i fattori ambientali (stress, fumo, dieta etc) che concorrono nello sviluppo del DDM. Questo è reso possibile oggi grazie allo sviluppo delle scienze omiche che sono discipline scientifiche che studiano vari livelli di informazioni biologiche in modo integrato. Queste scienze possono rivelare le complesse interazioni tra predisposizioni genetiche ed esposizione a fattori ambientali attraverso lo studio nelle nostre cellule di tutti i trascritti (trascrittomica), delle proteine (proteomica) e cosi via per poter identificare un profilo unico molecolare di ciascun paziente con DDM e capire così quale sarà il suo farmaco giusto.
Mazzucca CB, Scotti L, Raineri D, Cappellano G, Chiocchetti A.
Design and Validation of MEDOC, a Tool to Assess the Combined Adherence to Mediterranean and Western Dietary Patterns.
Nutrients. 2024; 16(11):1745. doi.org/10.3390/nu16111745
La dieta mediterranea e quella occidentale rappresentano i due modelli alimentari estremamente differenti sia per i tipi di alimenti che per le abitudini alimentari e gli effetti sulla salute. Esistono diversi strumenti epidemiologici per stimare l’adesione alla dieta mediterranea, ma mancano quelli che valutano l’adesione ad entrambe. In questo studio è stato sviluppato e validato lo strumento “MEDOC” che è un questionario di frequenza alimentare progettato per calcolare un punteggio combinato di adesione a entrambe le diete.
Barbero Mazzucca C, Scotti L, Comi C, Vecchio D, Chiocchetti A, Cappellano G.
The Role of Diet in Multiple Sclerosis Onset: A Prospective Study Using UK Biobank.
Nutrients. 2024; 16(11):1746. doi.org/10.3390/nu16111746
La sclerosi multipla (SM) è una malattia autoimmune debilitante che colpisce principalmente i giovani ed il suo aumento è evidente a livello globale. Sia i fattori genetici che quelli ambientali (tra cui l’alimentazione) contribuiscono alla suscettibilità di sviluppare la SM. Tuttavia, il legame tra la dieta e SM manca di evidenze solide, perché basato su risultati derivati da pochi studi su larga scala. In questo lavoro, i ricercatori hanno analizzati i dati raccolti dalla UK Biobank che è una vasta risorsa di ricerca che contiene dati sanitari dettagliati di oltre 500.000 partecipanti nel Regno Unito. Questa biobanca è un’importante risorsa per esplorare il nesso tra dieta, stile di vita e rischio di sviluppare diverse malattie, inclusa la SM. In questo studio, i ricercatori hanno confrontato le abitudini alimentari e gli stili di vita dei casi incidenti di SM in follow-up con quelle di soggetti che non hanno sviluppato la malattia, raccogliendo le informazioni derivate da un questionario di frequenza alimentare (FFQ) generale completato da tutti i partecipanti al momento dell’arruolamento nello studio.
Abreu H, Lallukka M, Miola M, Spriano S, Vernè E, Raineri D, Leigheb M, Ronga M, Cappellano G, Chiocchetti A.
Human T-Cell Responses to Metallic Ion-Doped Bioactive Glasses.
International Journal of Molecular Sciences. 2024; 25(8):4501. doi.org/10.3390/ijms25084501
L’immunocompatibilità dei biomateriali è una proprietà critica che determina il successo dell’integrazione di un materiale sintetico o naturale all’interno del corpo umano. Questa proprietà è fondamentale per garantire che il materiale non provochi una risposta immunitaria avversa che potrebbe compromettere la sua funzione o causare danni anche ai tessuti circostanti. In questo studio i ricercatori hanno sviluppato dei biomateriali vetrosi modificandoli aggiungendo sulla loro superficie degli ioni metallici che hanno proprietà antimicrobiche. I ricercatori hanno dimostrato che questi ioni presenti sulla superficie dei biomateriali vetrosi non creano risposte immunitarie avverse e sono immunobiocompatibili.
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Vilardo, B.; De Marchi, F.; Raineri, D.; Manfredi, M.; De Giorgis, V.; Bebeti, A.; Scotti, L.; Kustrimovic, N.; Cappellano, G.; Mazzini, L.; et al. Shotgun Proteomics Links Proteoglycan-4+ Extracellular Vesicles to Cognitive Protection in Amyotrophic Lateral Sclerosis. Biomolecules 2024, 14, 727. doi.org/10.3390/biom14060727
La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è un disturbo neurodegenerativo progressivo che manca di biomarcatori noti per una diagnosi precoce ed il monitoraggio della progressione della malattia. I ricercatori hanno identificato un nuovo biomarcatore nelle vescicole extracellulari (VE) che si chiama proteoglicano-4 (PRG-4) o lubricina per la SLA. In particoalre, viene sottolineato che la lubricina è diminuita nei pazienti con SLA con funzione cognitiva compromessa. Questo studio evidenzia l’importanza delle VE come una promettente via per la scoperta di potenziali nuovi biomarcatori nella SLA. Inoltre, mette in luce il ruolo inatteso del PRG-4 in relazione allo stato cognitivo nei pazienti con SLA.
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